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di Philippe Garrel, con Mehdi Belhaj Kacem, Julia Faure, Michel Subor, Mathieu Genet, Francine Bergé, Maurice Garrel
(Francia, 2001)
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Parigi in bianco e nero è già un soggetto. E l'altra storia, che Garrel mette dentro quel contenitore mitico, appartiene anch'essa alla memoria cinefilica. E' quella dei rapporti, professionali, ma in particolare privati, tra un regista e la sua protagonista. Francois vuol girare un film contro la droga; ma per avere i soldi deve trasportare una valigia oltre frontiera. Inizio curioso; che non trova riscontro nel film del film che segue. Elegante, ma anche più convenzionale: con i problemi d'identificazione di lei, e quelli non proprio identificati di lui. Con l'identificazione in quella droga che i due avrebbero dovuto combattere. Lei che affonda; lui che la filma, ma non si accorge che la realtà ha ormai raggiunto la finzione. Quando ci si affida al sogno è la realtà a tradirci. Garrel filma con naturalezza. Più che la propria colpevolezza di creatore ignaro, la propria ingenuità. Apprezzarla, significa allora riconoscere la purezza, la coerenza del cineasta. Subirla, magari un poco infastiditi, significa riconoscere quanto di programmatico, prevedibile e sottolineato si nasconde fra le pieghe di un linguaggio anche raffinato.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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da vedere eventualmente
da evitare
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